I DIAMANTI DI COLOR FANTASIA

Per diversi decenni l’IGI ha classificato diamanti di color fantasia, sviluppando la competenza scientifica necessaria per poter descrivere in modo accurato il colore d’ un diamante. Solo un laboratorio professionale per la certificazione dei diamanti, qual è l’IGI, opera nelle condizioni ideali per poter distinguere e classificare i diamanti colorati, identificando l’origine del colore: naturale, indotto o artificialmente trattato in un diamante naturale, oppure originale o trattato in un diamante sintetico. All’IGI si affidano commercianti di diamanti, consumatori finali e collezionisti appassionati da tutto il mondo per un servizio che rappresenta una garanzia.
Il diamante più famoso al mondo, il Diamante Hope, come pure il Verde di Dresda e Le Grand Condé rosa, sono tutti diamanti di color fantasia ed indubbiamente tra i diamanti più preziosi ed entusiasmanti al mondo. Fino al XVI° secolo, tutti i diamanti, inclusi quelli di color fantasia, provenivano dall’India. Successivamente, quando questi diamanti vennero rinvenuti anche al di fuori dell’India – in Sud America, specialmente in Brasile, ed infine in Africa - furono venduti dai mercanti locali a commercianti olandesi per essere poi tagliati in India o presso le nuove taglierie istituite, ad esempio a Parigi, Londra, Amsterdam.
A partire dagli anni Sessanta del ‘900, i diamanti di color fantasia hanno attirato sempre più l’attenzione, diventando oggetti ricercati da parte di collezionisti ed appassionati. I diamanti di color fantasia, particolarmente nelle versioni blu e rosso, hanno raggiunto le quotazioni più alte in assoluto sul mercato dei diamanti.
L’Africa è oggi il maggior produttore al mondo di diamanti di color fantasia. Altri protagonisti sul mercato degni di nota sono il Brasile ed il Venezuela per quanto riguarda il Sudamerica; l’Australia e, fino ad un certo punto, la Russia ed il Canada.
I diamanti sono costituiti principalmente da carbonio. Tuttavia, vi sono anche altri elementi che fan parte della struttura interna, e questi influenzano la gradazione di colore dei diamanti di color fantasia.
I diamanti che contengono atomi di azoto (N) nella propria struttura atomica interna formano il gruppo più numeroso. Mentre nei diamanti incolori di questo gruppo, carichi d’ azoto, l’azoto non assorbe la luce, l’azoto presente nei diamanti di color fantasia assorbe invece il colore, causandone perciò la colorazione gialla ed arancione. L’azoto ha un impatto sul colore anche nel caso dei diamanti marroni, in alcuni di colore blu e verde, come pure nei diamanti australiani rosa. I diamanti appartenenti al gruppo caratterizzato dalla presenza di azoto costituiscono il 98% di tutti i diamanti naturali.
Il gruppo di diamanti contenenti azoto si divide in quattro tipologie, denominate 1aAB, 1aA, 1aB e 1b, a seconda del modo in cui l’azoto si lega al carbonio nella struttura interna del diamante. C’è un secondo gruppo, molto raro, di diamanti, detti del tipo II. Questi diamanti sono quasi al 100% totalmente privi d’ azoto e costituiscono il 2% di tutti i diamanti in circolazione. Tale gruppo si divide ulteriormente nei tipi IIa e IIb.
I diamanti di tipo IIa sono i più puri in natura, costituiti quasi interamente da carbonio, e si possono trovare in natura incolori, marroni oppure rosa.
Il diamante di tipo IIb è particolarmente raro e privo d’ azoto ed è di color blu. La struttura di questo tipo di diamante include atomi di boro (B), ed è proprio la presenza del boro nella struttura altrimenti costituita da carbonio puro, a determinare il colore blu nei diamanti appartenenti a questa tipologia.

L’occhio umano può distinguere all’incirca 13 milioni di diverse sfumature di colore. Tuttavia, al fine di distinguere e differenziare i colori, utilizziamo un approccio tridimensionale: vengono rilevate la tonalità, su una scala dal chiaro allo scuro, la saturazione e la tinta o colore.
Allorché si distingue e s’ identifica il colore nei diamanti di color fantasia, anche la rifrazione della luce e la fluorescenza influenzano la percezione del colore. Tali fattori rendono ancor più complessa l’esatta descrizione dei colori fantasia. Poiché la percezione dei colori è sempre leggermente diversa da osservatore ad osservatore, in ultima analisi il differenziare tra colori diventa un’operazione ad elevato grado di soggettività. Presso i laboratori di certificazione, come quelli dell’IGI ad esempio, dei gemmologi professionisti, abituati ad analizzare migliaia di campioni, affinano nel tempo la capacità e la coerenza indispensabili nel determinare ed identificare con precisione il colore dei diamanti di color fantasia.
Analizzare l’origine d’ un diamante colorato è operazione che comporta una complessa procedura. Innanzitutto, occorre stabilire la tipologia d’appartenenza del diamante in questione, poiché ogni tipo richiede un approccio specifico e diverso. La tinta di colore inoltre determina quale approccio occorra intraprendere.
La determinazione della tipologia d’appartenenza del diamante in questione viene effettuata avvalendosi della spettrometria IR (Infrarosso). A seconda del tipo di diamante, vengono utilizzate procedure specifiche per l’analisi. Queste includono analisi spettrometriche criogeniche (con l’impiego di azoto liquido), nella gamma dell’Ultravioletto, del Visibile e del Prossimo all’Infrarosso; analisi spettrometriche di Fotoluminescenza (PL) ed analisi di Fluorescenza utilizzando strumentazione a raggi ultravioletti ad onde corte. Uno strumento importante utilizzato per l’analisi dell’origine del colore è il cosiddetto “DiamondView™.
Ulteriori analisi per verificare la presenza d’ eventuali inclusioni nel diamante, utilizzando filtri polarizzatori e microscopio ad immersione, possono fornire informazioni riguardo a possibili trattamenti effettuati e consentire al gemmologo di determinare l’origine del colore del diamante stesso.
Questi sono tutti gl’ ingredienti che concorrono a formare il patrimonio di conoscenza scientifica su cui poggia un laboratorio professionale come quello dell’IGI. Tenendo presente che esiste una costante evoluzione nei trattamenti, nelle tecniche di lavorazione e nella produzione dei diamanti sintetici, è essenziale che i laboratori gemmologici si tengano costantemente aggiornati ed informati, così da star sempre al passo, dal punto di vista delle conoscenze scientifiche in materia.

Utilizzando i parametri del Munsell Color System, i diamanti di color fantasia vengono classificati individuandone la tinta, la tonalità (luminosità su d’una scala che va dal chiaro allo scuro) e la saturazione, oltre che la distribuzione uniforme del colore: così facendo, i gemmologi descrivono, nel modo più accurato e coerente possibile, il colore visibile nel diamante. Con un simile, disciplinato approccio, riescono a determinare in modo definitivo il colore.
Definire la tinta d’ un colore è cosa complicata. A volte il diamante può apparire come d’ un’unica tinta, ad esempio : “Giallo Fantasia” (Fancy Yellow). Oppure può capitare che i diamanti presentino un secondo o anche un terzo colore che concorrono a formare il colore finale. Un esempio, in questo senso, è dato dai diamanti “ Fantasia Giallo- Verdastri” (“Fancy Greenish-Yellow”) oppure “Fantasia Arancioni Marron-Verdastri” (“ Fancy Greenish-Brownish- Orange”).
I colori naturali “basilari” dei diamanti cosiddetti “di color fantasia” sono: nero, bianco opalescente, grigio, marrone, giallo, arancione, verdognolo (color cedrata), verde, blu, viola e rosa. Esiste anche il “rosso”, ma è infinitamente più raro. Tali colori possono anche apparire in combinazione tra loro.

L’ “intensità” d’ un colore viene descritta come grado di tonalità e saturazione : Chiaro, Scuro, Intenso (Intense), Carico (Deep) o vivido (Vivid). Talvolta viene utilizzato, per descrivere il colore d’ un diamante, un singolo e generico attributo del colore, non accompagnato da prefisso alcuno.
Nel classificare i diamanti “di color fantasia” vengono utilizzate delle pietre di paragone, e la determinazione finale del colore avviene sempre previo consenso di diversi gemmologi esperti. Pur essendo che la definizione del colore è, di fatto, una questione soggettiva, in qualità d’esperto professionista il gemmologo è come un medico che valuta i risultati dei propri esami, in grado dunque di determinare il colore in modo disciplinato e coerente.
Marie Curie fu la prima scienziata ad irradiare i diamanti. I diamanti irradiati in tinte di giallo, arancione, verde, blu e rosa sono privi di attività radioattive residue. In seguito all’irradiazione, il colore risultante rimane costante e non sbiadisce.
Il colore nero viene ottenuto tramite un processo di grafitizzazione
Con il trattamento HPHT – ad alta pressione e ad alta temperatura, senza irradiazione - si ottengono diamanti con colori di notevole qualità e permanenti: rosa, blu, oltre che un’ampia gamma di tonalità gialle, verdognole, arancioni e marroni.
Per entrambe le tecniche utilizzate vengono riportati dettagli completi nel certificato.